Costituito nel 1886 in seno al 4° reggimento alpini, con la 41a , 42a e la 43a compagnia ( tutte e tre già del disciolto btg. alp. " Val d'Aosta ") e con la 7a ( ceduta dal " Val Tanaro "). Nel 1896 un plotone prese parte alla guerra d'Africa. Nel 1908, cedette al btg. " Pallanza " (poi " Intra ") la 7a compagnia. Nel 1914, in seguito allo scoppio della 1a Guerra Mondiale, riceve due compagnie di milizia mobile (87a e 103a) che cederà, nel 1916 al battaglione " Monte Cervino ". Il battaglione alpini " Aosta ", nella Grande Guerra, operò sul Monte Nero, in Valtellina, in Alta Valle Camonica, in Val Lagarina, sul Pasubio, sul Monte Vodice e nella zona del Grappa. Prese parte alla Battaglia di Vittorio Veneto. Nuovamente mobilitato nel 1939 prese parte alle operazioni della 2a Guerra Mondiale sul Fronte Occidentale, in Balcania e nel Montenegro. L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo trovò nel Montenegro dove si sciolse nella prima decade del mese di ottobre del 1943 (parte del personale passò alla Divisione Partigiana "Garibaldi"). Il glorioso battaglione riprese vita nel 1946 (per cambio di denominazione del btg. alpini "Piemonte" in seno al 4° reggimento alpini. Il reparto ( con la 41a , 42a, 43a e 134a compagnia mortai ) dal 1963 passò alle dipendenze della Scuola Militare Alpina ritornando, nel 1966, al 4° reggimento. Nel 1976, in seguito alla ristrutturazione dell'Esercito Italiano, passa nuovamente alle dipendenze della Scuola Militare Alpina di Aosta con compiti dimostrativi e operativi.
RICOMPENSE
CONCESSE
Collettive - La bandiera di guerra, già del
disciolto 4° reggimento, si fregia delle seguenti decorazioni:
Croce di cavaliere dell'ordine militare d'Italia
(all'Arma di Fanteria)
Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata
trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio
e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le
fortune consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli
d'Italia. (1915-1918)
Medaglia d'Oro al valor militare
Il Battaglione Aosta, superando accanita resistenza
nemica ed aspre difficoltà di terreno organizzato a difesa, ascese
sanguinosamente le rupi del Vodice impadronendosi, con altro reparto,
della q. 652 sulla quale, con sovrumana tenacia resistette, senza cedere
in palmo di terreno, a terrificante bombardamento, a ripetuti
contrattacchi, a difficoltà inenarrabili.(Vodice, 18-21 maggio 1917)
Nella battaglia della finale riscossa, rinnovando
ancora una volta l'esempio di eroico valore, di spirito di sacrificio,
di serena fermezza degli alpini d'Italia, consacrava alla vittoria ed
alla gloria della Patria il fiore dei suoi alpini che, decimati ma non
domi, intrepidamente pugnavano e cadevano al grido rintronante fra il
fragore delle armi: Ch'a cousta l'on ch'a cousta, viva l'Aousta!
(Monte Solarolo, 25-27 ottobre 1918)
Medaglia d'Oro al valor militare (per il
battaglione sciatori Monte Cervino)
Battaglione sciatori alpini, fuso in un granitico
blocco di energie e di arditismo alpino, in dodici mesi di campagna
russa ha dato ininterrotte prove di eccezionale valore e di
impareggiabile spirito di sacrificio. Incrollabile nella difesa,
impetuoso e travolgente nell'offesa, ha sempre raggiunto le mete
indicategli. Nella grande offensiva invernale russa scrive fulgide
pagine di storia. Sostiene per primo l'urto di imponenti masse di
fanteria sostenute da unità corazzate che hanno travolto la resistenza
del fronte; le contiene con una difesa attiva ed ardita, le inchioda al
terreno fino a quando arrivano rinforzi che gli consentono una tregua
dopo un combattimento di due settimane compiuto senza soste, senza
riparo, in condizioni di clima eccezionalmente avverso. Accerchiato da
forze agguerrite di fanteria e blindate, benché ridotto a pochi
superstiti in buona parte feriti, congelati ed esausti, sostiene una
lotta disperata e col valore di tutti ed il sacrificio di molti, riesce
a rompere il cerchio di ferro e di fuoco. In seguito continua a marciare
nella sterminbata pianura nevosa, supera tutti gli ostacoli che si
frappongono al suo andare, tiene in rispetto il nemico che lo incalza,
e, sparuta scolta, raggiunge le linee alleate in una aureola di vittoria
uguale a quella delle più alte tradizioni alpine e della stirpe.
(Olkowactka-Quota 176 - Klinowiy-Brody-Jahodnj-Jwanowka-Quota 204-Kolkos
Seleni Iar-Rossoch-Olikowatka ( Russia, febbraio 1942 - febbraio 1943)
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Animato da ardente entusiasmo il battaglione Aosta
faceva serenamente olocausto del sangue dei suoi migliori soldati,
attaccando con meravigliosa audacia formidabili trinceramenti nemici sui
quali resisteva a un violentissimo contrattacco per oltre un'ora,
ridotto di numero, ma ringagliardito nella fede (Alpe di Cosmagnon,
10 settembre 1916). Riconfermava alle sue magnifiche qualità
militari in una successiva azine, conquistando e mantenendo formidabili
posizioni (Alpe di Cosmagnon, 9-12 ottobre 1916). Nella stessa
azione si distingueva per superbo valore il battaglione Val Toce.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
I battaglioni Monte Levanna e Aosta, superando
l'accanita resistenza nemica e le asprissime difficoltà di terreno
formidabilmente organizzato a difesa, ascesero sanguinosamente le rupi
del Vodice, impadronendosi della quota 652 sulla quale, con sovrumana
tenacia, resistettero, senza cedere un palmo di terreno, a ripetuti,
violentissimi contrattacchi, a difficoltà e disagi inenarrabili.
(Vodice, 18-21 maggio 1917)
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Il battaglione Monte Cervino, sotto una tempesta di
fuoco, stremato di numero ma non di forza, resisteva accanitamente in
grave situazione a soverchianti forze nemiche, coprendosi di gloria, a
prezzo di purissimo sangue, per la sovrumana passione eroica dei suoi
alpini che dettero sempre fulgido esempio del più alto spirito di
sacrificio. (Melette, 17-26 novembre 1917; M. Bisorte, maggio 1916;
Bodrez, 15-18 maggio 1917; M. Vodice, 26-30 maggio 1917; M. Fior,
4 dicembre 1917)
Medaglia d'Argento al Valor Militare
I battaglioni Monte Levanna e Val Toce, nella
battaglia della finale riscossa, attaccando con impeto eroico e
resistendo alla disperata irruenza di soverchianti forze nemiche, si
coprirono di gloria a prezzo di purissimo sangue. (Monte Solarolo,
24-28 ottobre 1918)
Medaglia d'Argento al Valor Militare (per
il battaglione Intra)
Incaricato della difesa di un importante passo,
infrangeva, con tenacia pari al valore, l'irruente attacco di
soverchianti ed agguerrite forze abissine, guidate dallo stesso
Imperatore. Durante tredici ore di aspra battaglia, decisiva per le
sorti della campagna, riconfermava in terra africana le gloriose gesta
compiute durante la grande guerra. (Passo Mecan, 31 marzo 1936)
Medaglia d'Argento al Valor Militare (per
il battaglione Monte Cervino)
Durante tre mesi e in una situazione particolarmente
delicata, con mirabile spirito di sacrificio e fede incrollabile,
vincendo i rigori di un duro inverno, manteneva il possesso di un ampio
fronte di alta montagna, aspramente conteso da forze soverchianti.
Presente ovunque, ardito nella tormenta della montagna e nella tormenta
del fuoco, con indomito valore opponeva tenace resistenza, stroncando
l'impeto del fuoco nemico in cruenti attacchi e piombando fulmineo sui
fianchi e sul tergo dell'avversario, rompendone le formazioni.
Dimostrava così che più che il numero e l'arma vale il coraggio.
(Fronte Greco, 10 gennaio 1941 - 23 aprile 1941)
Medaglia d'Argento al Valor Militare (per
il battaglione Ivrea)
All' 8 settembre 1943, lontano dal suolo della
Patria, a contatto di preponderanti forze tedesche che chiedevano la
consegna delle sue armi, anziché deporle, si schierava con moto unanime
contro il tedesco e iniziava la lotta partigiana che compatto conduceva
per circa tre mesi, combattendo strenuamente contro forze ognor
soverchianti, conscio del rischio e del sacrificio, fulgido di valore e
di gloria. (Montenegro-Sangiaccato-Serbia settembre, ottobre,
novembre 1943)
Medaglia d'Argento al Valor Militare (per
il battaglione Piemonte)
Costituito con elementi della divisione alpina
Taurinense, che dai porti adriatici della Balcania riuscirono a
raggiungere fortunosamente la Puglia dopo l'armistizio, partecipava a
tutta la guerra di liberazione, riconfermando ognora la tempra intrepida
delle genti di montagna. Alla gloria perenne delle nostre armi offriva
due difficilmente pareggiabili esempi di fusione, perfetta di perizia,
valore e fortuna: prima a Monte Marrone, scalato di sorpresa, per la
ripida parete, ed eroicamente difeso sull'orlo dell'abisso alle spalle;
poi a quota 363 di Valle Idice, strappata al nemico con una stoccata
saettante e fulminea, spezzando la cerniera delle due armate tedesche in
Italia, donde poi traboccò su Bologna. (Campagna di liberazione 18
marzo 1944 - 8 maggio 1945)
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Tenacia a tutta prova, eroici ardimenti,
impareggiabile slancio, spinsero i battaglioni Intra e Val d'Orco sulla
quota 2163 a est di Monte Nero, disperatamente difesa, e con indomito
valore la contesero al nemico, sino a che altri reparti non
sopraggiunsero a consolidarne la conquista. (19-21 luglio 1915)
Medaglia di Bronzo al Valor Militare (per
il battaglione Intra)
Nell'attacco di munite posizioni avanzate, calmo ed
ordinato, nonostante l'infuriare di forte reazione di fuoco del nemico e
con slancio irresistibile ed impareggiabile entusiasmo, raggiungeva
compatto gli obiettivi assegnati. Per due successive giornate difendeva
con tenacia e gravi sacrifici di sangue le posizioni conquistate contro
violentissimi contrattacchi di preponderanti forze avversarie senza
cedere un palmo di terreno. (Ruderi di Dobrei, Val Tomorezza -
Albania 24, 25, 26 gennaio 1941)
Medaglia d'Argento di benemerenza
Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e
abnegazione nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal
terremoto calabro - siculo del 28 dicembre 1908.
Medaglia d'Argento al Valor Civile
Nel frangente di disastrose alluvioni che cagionarono
ingenti danni, vittime umane e grave stato d'allarme, i reparti del 4°
reggimento alpini svolsero - per più giorni e più notti consecutive -
rischiosa, faticosa ed insonne opera di salvataggio e soccorso, dando
prova di coraggio, di altruismo, di spirito di abnegazione, e di
sacrificio, che valse loro il plauso delle autorità e la gratitudine
delle popolazioni colpite. (Torino, giugno 1957)